Il werrilla marketing è l’applicazione di tecniche di guerrilla marketing al web, attraverso l’uso dei social media, a costi sostenibili. L’espressione, coniata da Demetrio Pisani nel 2012, viene approfondita negli studi di Baricca e Cabriolu. Un salto in avanti del marketing, grazie al web e ai suoi strumenti. Un argomento di marketing importante per molte aziende che ancora oggi fanno fatica a districarsi in questa disciplina. Prima di parlare di web o werrilla infatti sarebbe necessario parlare di marketing. “Molte aziende chiudono non perché non fanno web marketing o werrilla marketing ma perché semplicemente non fanno marketing”. Imbarazzante dirlo ma è ancora così. Il 95% delle piccole-medie imprese (pmi) non capiscono l’importanza del marketing e non lo sanno gestire. Lasciamo stare le grandi aziende, che con grandi budget riescono a dimenarsi bene, non sempre in realtà, ma comunque più facilmente di una pmi, nella giungla di sigle e soluzioni di marketing più o meno efficienti. Il guerrilla marketing, ad esempio, teorizzato da Levinson, avrebbe dovuto risolvere il problema dei grandi budget investiti nel marketing tradizionale. In realtà sono state proprio le imprese con alti budget a disposizione a poter fare uso del guerrilla ed utilizzarne tutta la potenza. Oggi il guerrilla marketing non è sostenibile da aziende con budget ridotti, aziende alle quali probabilmente il werrilla meglio si presta e si adatta. Una possibile risposta al problema delle ridotte dimensioni della maggior parte delle aziende italiane.

Il werrilla marketing si fonda sul valore della democraticità della rete, presupponendo che le aziende permettano ai loro uomini di accedere liberamente ad essa ed incoraggiandoli ad utilizzare i profili social personali per parlare dell’azienda.

La reputazione on line è infatti l’elemento centrale di una strategia di werrilla. La partecipazione e la condivisione nonché la possibilità di aumentare la visibilità della propria brand è in funzione di una reputazione ottima e cristallina che si costruisce nel tempo attraverso comunicazione coerenti, pertinenti, degni di nota, nel rispetto dei valori e dell’immagine aziendale nonché nel rispetto di una serie di fattori-argomenti sociali sui quali la platea virtuale di utenti risulta essere molto attiva e interattiva, informata e sensibile. Fattori sui quali nessuna azienda, piccola o grande che sia, può permettersi di parlare invano. Il web oggi non perdona e tante aziende hanno pagato sulla loro pelle alcuni errori tattici, mascherati da provocazione o semplicemente da superficialità.

Su cosa si basa il werrilla marketing? Sull’utilizzo del web attraverso portali che devono essere semplici, fruibili e a valore aggiunto. In siti del genere tutto deve essere a portata di mano e facilmente comprensibile, l’utente deve poter interagire e i contenuti devono distinguersi da tutti gli altri, essere fruibili gratuitamente in modo da indurre l’utente a ritornarci. Pensate a Youtube e a Facebook. Semplici, fruibili, veloci e dai contenuti interessanti. Il blog assume un’importanza decisiva se costruito, pensato e gestito per offrire un reale valore aggiunto ai suoi lettori, il che vuol dire argomenti originali, miranti a risolvere problemi, funzionali alle esigenze dell’utenza, condivisibile, degno di nota in modo da differenziarsi e assumere autorevolezza in rete, e da qui aumentare la reputazione.

Il werrilla si basa ancora sui social media, attraverso l’interazione dei profili personali e del profilo aziendale. I “social media facilitano la creazione di reti di tipo sociale fra utenti del web. Rappresentano una grande opportunità per le piccole e medie aziende che non hanno grandi budget e non possono permettersi investimenti nei media tradizionali”. Il post di un blog può raggiungere milioni di persone o poche decine ma costa poco e soprattutto agisce con dinamiche differenti. Bisogna peraltro avvertire che nei social media l’utente è “reticente verso gli interventi di marketing quindi non vanno utilizzati solo per vendere ma piuttosto per ottenere una buona reputazione e aumentare il sentiment” verso la marca di impresa.

Ancora l’utilizzo sapiente del mail marketing e di quello che compone il cosiddetto marketing a risposta diretta: prospect, call to action, lead generation, follow up, nell’ambito di un funnel predeterminato. Quanto descritto non prescinde da eventuali attività di web marketing a pagamento, quali adwords, retargeting o programmatic advertising che possono rafforzare il werrilla (per approfondire tali argomenti scarica la guida “30 e + idee” disponibile gratuitamente su ww.k80.it).

Prendiamo ora dagli autori Baricca e Cabriolu una serie di suggerimenti.

Una strategia di werilla marketing tramite i social media deve prevedere non più del 20% di contenuti commerciali.  Questi devono essere inseriti in un mix di relazioni, di corretto uso dei testi, di immagini accattivanti, di notizie utili. Il werrilla marketing deve essere costante e continuativo. Non si aprono profili social o blog e non scriverci mai. Gli effetti del werrilla marketing si vedono nel medio-lungo periodo. Pensare di entrare in internet, aprire un blog o una pagina facebook e attendersi risultati immediati non funziona.

A questo punto buon werrilla a tutti.

Fonti: J.C. Levinson, P.R.J. Hanley, Guerrilla marketing. Mente, persuasione, mercato. Castelvecchi Editore. www.creativeguerrillamarketing.com

M. Baricca, A. Cabriolu, Werrilla Marketing, Lupetti Editori. www.casaimbastitacampus.it , www.werrillamarketing.it

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Luca Scrimieri

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