La forza del Visual Merchandising / parte 4

Nei precedenti articoli, parte 1,2,3 abbiamo visto la definizione di Visual Merchandising, le sue finalità, la piastra di vendita, il coefficiente di esposizione spazio sino ad arrivare a parlare dell’esposizione dei prodotti. Oggi affrontiamo altri tre argomenti: la soglia minima di visibilità, il punto focale e il display.

Soglia minima di visibilità.

20-30 centimetri lineari è la soglia minima di visibilità. Riservare ai prodotti meno superficie lineare è praticamente inutile. Le referenze potrebbero anche non essere notate.

Il rituale della vendita prevede tempi ridotti e salvo rare eccezioni tutto avviene in piedi, sviluppando pertanto una visione verticale, ad altezza uomo. A seconda del numero dei ripiani di cui è composto lo scaffale bisogna sempre considerare che i ripiani altezza vista occhi (intorno a 1,60-1,70 metri) e quelli a presa mano, più giù tra 1,20 e 1,50 metri sono sempre i migliori per le vendite.

Punto focale e display.

Il punto focale è una zona magnete ad alto tasso di attrattività e comunicazione che cattura l’attenzione dei clienti, generalmente ubicato in un’area o percorso ad alto traffico. In altre parole un punto visibile, impossibile da non notare. Non è importante la scelta del magnete (un oggetto, un’immagine, una macchia di colore, …) quanto piuttosto la sua capacità di distogliere l’attenzione del cliente da ciò che sta facendo e portarlo verso altre direzioni, come se fosse una vera e propria insegna interna. Il punto display attrae anch’esso l’attenzione del cliente stimolandolo a entrare in una specifica area di vendita. È uno spazio che va gestito come una vetrina, accanto al raggruppamento merceologico, per segnalare la presenza dei prodotti. Tra punti focali e punti display vi è un rapporto molto stretto. I primi attraggono da lontano il cliente nel reparto dove poi troveranno esposti i prodotti presentati nel display.

Il criterio che deve muovere l’organizzazione degli spazi è che “ogni spazio ha un obiettivo”. Di vendite, di redditività, di comunicazione. Tenendo presente questi criteri e provando nel tempo varie soluzioni si può arrivare a creare l’esposizione ottimale, fondamentalmente il compito principale del visual merchandising.

(L’articolo completo è stato pubblicato sul nr. 10 Dicembre 2022-Gennaio 2023 della rivista “Zampotta Magazine”)

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Luca Scrimieri

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