Semiotica e comunicazione. Non nel senso accademico del termine ma decisamente pragmatico. Per non lasciare tali argomenti in un terreno squisitamente teorico e poco usato nella realtà dei comunicatori d’impresa. La semiotica può invece dare un gran contributo alla pubblicità. La semiotica al servizio della comunicazione quindi.
Un accademico sosterrebbe che prima di scomodare la semiotica dovremmo tracciare il perimetro della comunicazione sul quale ci muoviamo. La migliore obiezione sarebbe che “la nozione di comunicazione può essere analizzata in prospettive diverse e può dare adito a definizioni diverse vista la diversa complessità degli elementi che concorrono al suo essere. Si potrà così focalizzare l’attenzione sul rapporto fra i sistemi cognitivi del testo e quelli dell’utente, oppure su rapporto fra predeterminazioni comportamentali presenti nel testo ed effettivo comportamento dello stesso utente, oppure ancora sul contesto sociale nel quale si verifica la produzione e la trasmissione del messaggio, sulle componenti di partecipazione e di coinvolgimento” (cit. Bettetini).
Sgombriamo subito il campo e concentriamoci sulla dimensione pragmatica della comunicazione, sul successo della comunicazione, privilegiando gli aspetti dello scambio, la sua efficacia nel conseguimento di un determinato risultato, quindi nel valore persuasivo di un messaggio. Nulla di demoniaco nell’enfatizzare la tecnica persuasiva insita nella comunicazione. Come comunicatore, se sono convinto della necessità e dell’onestà del messaggio e dei suoi contenuti, destinati ad essere trasmessi ad altri, è per me un dovere organizzare il messaggio in una forma accattivante ed efficace, evitando ambiguità e fraintendimenti. Ed è a questo punto che accorre in nostro aiuto la semiotica.
Tutti i messaggi e i linguaggi pubblicitari sono riconducibili ad un apparato teorico semiotico, salvo scoprire che tante campagne di successo sono costruite spesso più sull’intuizione, sull’istinto o sulla conoscenza delle figure retoriche pubblicitarie. Questo spesso basta al pubblicitario.
Noi invece sosteniamo che ampliare le proprie conoscenze su un orizzonte semiotico potrebbe portare risultati interessanti alla pubblicità. Cosa la semiotica possa fare per la pubblicità lo scopriremo strada facendo, per ora ci limitiamo ad avanzare la tesi che non tener conto di ciò nella pubblicità equivale spesso a non pianificare un successo.

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Luca Scrimieri

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