Il marketing suicida, in pratica, è quell’insieme di sforzi, compiuti involontariamente o inconsapevolmente, per affossare un prodotto, una marca o talvolta un’intera azienda.

Come riconoscere il marketing suicida?

Si possono individuare una serie di sintomi.

1) Le decisioni vengono prese rapidamente perché non c’è il tempo per fare bene le cose. Quante volte abbiamo assistito a questo? Fare del buon marketing richiede tempo. Ciò nonostante i manager/imprenditori prendono decisioni troppo velocemente, più per istinto che per logica.

2) I vertici aziendali, la proprietà, pretendono risultati di breve periodo. Vogliono vedere subito i riscontri sul mercato, da qui si prendono le decisioni di cui al punto 1. Eppure lo sviluppo, la pianificazione e l’attuazione richiedono tempo, dai 3 mesi in su. A volte la situazione competitiva non permette il lusso di prendersi tanto tempo per valutare le alternative, ma se si è in presenza di gente preparata ed esperta le possibilità di reazione rapida sono alte e meno inclini al fallimento.

3) I concorrenti influenzano le decisioni prese. Guardare la concorrenza è importante, fondamentale ma la sua osservazione non deve essere fatta aprioristicamente. Non senza considerare il segmento in cui opera, le variabili che affronta, i fattori che domina, perché un concorrente potrebbe trovarsi in una situazione strategica diversa e non è detto che faccia le mosse giuste. Osservarlo pedissequamente, senza analisi, per trarne indicazioni di comportamento è sintomo di marketing suicida.

Esistono altri 4 sintomi del marketing suicida. Se non li indicate prima ne parleremo nel prossimo articolo.

 

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Luca Scrimieri

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