Quanto costa?” è la domanda che, nel nostro lavoro, ci sentiamo rivolgere più spesso.

È la prima domanda e quando non lo è comunque è il fattore di cui ci si preoccupa inizialmente.

Non “cosa possiamo fare per…” o “come si potrebbe…” oppure “Da quanto tempo vi occupate di comunicazione..” . Sarebbe l’approccio ottimale di qualsiasi azienda, cliente o individuo che abbia veramente voglia di farsi seguire da un’agenzia di comunicazione.

Il prezzo, fattore da prendere subito in considerazione ancor prima della competenza, dell’esperienza, della reputazione dell’agenzia stessa. Non che il fattore economico non sia importante, non intendiamo dire questo, ma esso dovrebbe avere il suo giusto peso insieme agli altri fattori nella scelta di un’agenzia piuttosto che un’altra, non essere l’elemento più importante e discriminante.

Questo, da una parte, vuol dire essere attenti alle condizioni economiche, come è giusto che sia, ma nasconde anche scetticismo verso la comunicazione e mancanza di fiducia. Sì, perché lavorare con un’agenzia di comunicazione vuol dire affidarsi ad essa. Si potrà obiettare che spesso è una fiducia mal riposta. Da quel che vediamo nel settore e da quello che ci capita di ascoltare spesso è vero ma anche qui vanno fatti dei distingui. Non far di tutta l’erba un fascio è una delle prime cose che si impara diventando adulti. Un altro aspetto è non conoscere il lavoro che c’è dietro ad un progetto di comunicazione. Non conoscendolo non si è in grado di valorizzarlo.

Che prezzo dareste alla creatività? Molti sono convinti che si tratti di un momento, di un attimo in cui il pubblicitario, come folgorato sulla via per Damasco, ha un’intuizione ed è fatta. È vero che l’idea a volte viene quando meno te l’aspetti ma essa è il risultato di giorni e giorni di lavoro durante i quali la creatività viene stimolata con varie tecniche. L’idea può venire a tutti (si noi crediamo che la creatività appartenga a tutti), ma per trasformarla in un messaggio o in una campagna è necessaria la competenza. La conoscenza delle figure retoriche, dei paradigmi, delle sintassi e delle numerose tecniche della comunicazione implicano anni di studio e pratica. Per questo emergono più idee e più concetti che poi vengono provati. La frase giusta, la parola corretta, la tecnica migliore, la ricerca del font adatto, il visual da creare nonchè la combinazione di ambiguità necessaria perché la pubblicità sia efficace. Tutto questo secondo quanto stabilito dagli obiettivi del cliente.

Ad esempio la progettazione di un logo. Prendere un nome e trasformarlo in un elemento visivo in grado di raccontare l’azienda, caratterizzarla, darle un’ identità e personalità, che duri nel tempo, che si ricordi e che faccia vendere. Costruire una marca, di cui il logo è solo uno degli elementi, è un processo lungo e complicato, da maneggiare con cautela perché se si sbaglia all’inizio si può compromettere tutto il piano di business.

Affidare la costruzione del marchio ad un’agenzia è come far costruire la propria casa da architetti ed ingegneri specializzati in edilizia, laureati ed iscritti all’albo (non sedicenti tali).

Esiste una soluzione più economica? Sicuramente, ma affidereste la costruzione della vostra casa ad un semplice diplomato?

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Luca Scrimieri

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